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Le mani grandi, forti, capaci di fare tutto…

Ero abituata a vederle lavorare, non stavano mai ferme le tue mani: da quando al mattino mi aiutavi a lavarmi e vestirmi (mi pettinavi i capelli, ti assicuravi che non avessi pieghe o pelucchi sui vestiti, mi allacciavi i bottoni del grembiule e poi i lacci delle scarpe…) a quando mi accompagnavi a scuola… che una mano teneva forte la mia per attraversare insieme la strada, mentre l’altra faceva cenno all’autista di aspettare che anche noi arrivassimo alla fermata (alle medie poi che non mi accompagnavi più, mi aspettavi sul balcone all’ora dell’uscita e le tue mani si alzavano in segno di saluto non appena svoltavo dall’angolo della strada e mi vedevi apparire).

Le tue mani velocissime sapevano rifare i letti e spolverare in poco tempo, perchè la loro vera sapienza era quella di dedicarsi all’arte della cucina: lì sì che erano mani di fata! Con grande maestria e padronanza di tutti i più svariati strumenti da lavoro culinario, le tua mani tagliavano cipolle, sminuzzavano e battevano prezzemolo e aglio, facevano preziosi tocchetti delle carote da mettere nel sugo…e poi mescevano generosi pizzichi di sale e dense gocce d’olio della Sarciata, giravano sapienti il contenuto delle pentole, che già dalle 9.00 della mattina mandavano in tutta la casa un odorino saporito, deliziosa promessa per l’ora del pranzo e della cena.

E nel pomeriggio, per riposarti, le tue mani si divertivano a far correre i ferri da calza…”cotone d’inverno e lana d’estate“, oppure a piegare la molta biancheria di una famiglia di cinque persone… a volte a fare piccoli rammendi nelle calze o nei pigiami o a ricucire  i bottoni dei miei grembiuli di scuola.

Ma la cosa più bella, quella che davvero mi incantava al solo guardarti, era osservare le tue mani che modellavano l’impasto per un dolce, una crostata o le ombrichelleLe tue mani erano grandi, forti e capaci di fare tutto, ma più ancora del resto, la meraviglia delle meraviglie era quando tiravi la sfoglia per le tagliatelle: lì erano energia creativa allo stato puro: il mattarello sembrava una bacchetta magica e la sfoglia al tuo tocco schioccava e s’affinava (ma restava ruvida, come piaceva a noi) e più schioccava e più voleva dire che uno era bravo, mi avevi detto.

E le tue mani le ricordo bene anche quando tiravano i miei capelli o mi minacciavano schiaffoni nelle tante e lunghe estati che stavamo da sole senza il babbo e la mamma, quando eri tu a dare orari e regole, a decidere se sì o no.

E le tue mani sono la cosa che ho nel cuore più di tutto perchè è con le mani che abbiamo comunicato fino all’ultimo io e te, ed è la tua mano grande, forte e capace di fare tutto che avrei bisogno mi stringesse ancora, ogni tanto qui nella mia vita in collina…magari anche solo per un attimo, una volta sola, una volta ancora.