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Matrimoni e Biscotti nella Mia Vita in Collina…

Sarà che erano tanti anni che a Castello non si sposava nessuno…sarà che la sposa è una delle maestre di Criccri…ma insomma qui, nella mia vita in collina, da poco c’è finalmente stato un matrimonio, con tanto di corteo della sposa e paesani al seguito, e la cosa mi ha inspiegabilmente colpito e…dato come un senso  di “speranza”…

E’ stato, credo, un sentimento spontaneamente condiviso anche da molti paesani, perchè già un’ora prima che arrivasse la sposa eravamo in molti, arrivati davanti alla chiesa, in attesa, e con tanto di riso alla mano per il rituale lancio finale di buon augurio.

Non solo. Ma la famiglia della sposa nei giorni precedenti al matrimonio ha rispettato una vecchia e amatissima tradizione castelleseIL CAFFE’ DELLA SPOSA“….praticamente per un’intera giornata la casa della sposa è aperta a chiunque la voglia visitare per fare auguri, portare un piccolo presente (…alla fine in un paese di 800 abitanti, siamo tutti un po’ parenti…) e si distribuiscono “orario no-stop” caffè caldo, confetti e soprattutto, oltre ai tanti dolci fatti rigorosamente in casa da famigliari, parenti e donne del vicinato, i “BISCOTTI DEL CAFFE’ DELLA SPOSA“…

In realtà non hanno niente di particolare, sono classici biscotti fatti con uova, strutto e farina… tagliati in maniera semplice, col fondo del bicchiere ed hanno per questo l’aspetto di biscotti antichi, rozzamente abbelliti al centro con una ciliegina candita o una nocciola…o meglio con un pezzo di cilegina candita o un pezzo di nocciola (ingredienti un tempo molto costosi sulla tavola di contadini…e presenti giusto per un’occasione come un matrimonio!).

Insomma, per farla breve, presa da tanti ameni pensieri e ricordi ho deciso di mettere le mani in pasta e creare per la mia famiglia i “miei” BISCOTTI DELL’AMORE, come li ho ribattezzati io, con qualche piccola peronalizzazione, tipo la marmellata di lamponi al posto della ciliegina candita…Ed è stato un vero tuffo al cuore trovare la ricetta autografa di mia nonna che, in un’agenda del 1974, scriveva:

Pastine del cafè de la sposa“: 4 uova, 4 etti zucchero, 2 etti distrutto, 1 bustina di dose, 1 limone grattuggiato, farina, impanare nello zucchero, cuocere nel forno a 200 gradi per 10 o15 minuti.

 

“IL” dolce di Natale…

…lo so, lo so, ora scatenerò la rissa e le ire di chi sostiene dolci ben più famosi e “titolati”…ma QUI IN COLLINA, sulla MIA collina, il dolce di Natale è solo e soltanto UNO: la CROSTATA di NOCI.

Crostata di noci vuol dire pomeriggi d’Avvento, in ginocchio sulla sedia (per arrivare al tavolo) ad osservare le mani forti e sapienti della nonna che impastano uova e farina (q. b., ovviamente!); mi rivedo lì, adagiata con il mento sotto alle mani, bocca aperta e sguardo in su, fisso su quelle braccia che girano e voltano e spingono sull’impasto… e si interrompevano soltanto per spingere sul naso gli occhiali che calavano nella la foga del momento…

Crostata di noci vuol dire un’antica usanza della gente semplice di paese: quella di avere “riguardo” per le persone considerate di un certo peso…e allora se ne facevano un po’ di più perchè bisognava regalarne una alla maestra, una al farmacista, una alla sorella del prete, un’atra ancora al medico condotto…e poi al capoufficio del mio babbo, all’amico di guerra (e compagno di prigionia in Africa) del nonno Pino….

Crostata di noci vuol dire un piccolo momento di golosa intimità, che si ripeteva ogni volta, quando finito di impastare le chiare con lo zucchero e e le noci, la nonna mi guardava e con un mezzo sorriso mi diceva: “Sente ‘n po’ com’è venuto????” Che dire? Era sempre al di sopra di ogni aspettativa: dolce, pastoso e croccante al tempo stesso… un po’ come l’infanzia, isomma.

A me quest’anno è venuta un po’ bruciacchiata, anche perchè le mie di mani non sono ancora così sapienti e forti…ma è il sapore giusto di questo mio Natale 2012: dolceamaro.

Il modo perfetto per gustarla è con un vinello rosso un po’ “abboccato” delle nostre cantine, quelle di Baccano o Sanmadonna…ma anche al mattino con latte e caffè è divina.

La ricetta??? …eh no, questa è proprio un “segreto collinare”…tutt’al più ve ne farò dono, come da tradizione, essendo voi per me persone di riguardo!


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